Pensai di aver avuto tutto nella vita..un compagno meraviglioso, una bella famiglia, un lavoro appagante e delle amiche sincere. Ma poi lo rividi. Era li, fermo, accanto alla sua auto, che mi fissava con quello sguardo, quello sguardo che per anni, mi ha inchiodata al suolo senza riuscire a muovermi. Mi sorride, penso “oddio quel sorriso…quelle labbra..”, il mio cuore accellera i battiti man mano che mi si avvicina. Mentre continua a fissarmi negli occhi mi da un bacio sulla guancia e mi chiede come sto, la mia lingua sembra addormentata, come dopo un’anestesia locale fatta dal dentista, non so cosa farfuglio, però sembra divertito, mi sorride e mi chiede se mi va un caffè. Un caffè..quante volte con quella scusa siamo finiti a letto?! Il mio cuore si ferma per un istante infinito e le mie gambe iniziano a tremare, mi mordo il labbro e mi guardo i piedi pensando: “non posso, non posso andare, cosa accadrebbe se….no non puoi farlo!”, sto per dirgli di no, quando mi alza il viso in modo che possa guardarlo negli occhi e mi dice: <Solo un’caffè, non ti preoccupare non ti mangio>. Ecco è quello il problema, che io voglio essere mangiata! Gli sorrido di rimando e accetto. Mi conduce alla sua auto: “oddio quella macchina, se solo potesse parlare, descriverebbe in modo dettagliato tutta la mia anatomia” penso e arrossisco, sorridendo sotto i baffi. Lui mi guarda un pò incuriosito e vedendomi rossa in viso, penso capisca e sorride a sua volta. In auto restiamo in silenzio, non so cosa dire, tutto sembrerebbe sbagliato e o inopportuno. Arriviamo al bar, ci accomodiamo al tavolino, io mi siedo il più lontano possibile e cerco di essere disinvolta e tranquilla, lui mi guarda un pò innervosito e mi dice:<Ti ho detto che non ti mangio, puoi sederti più vicino a me.>, ancora con questo “non ti mangio”, mi avvicino di più a lui, sorridendo e cercando di essere calma. Ordiniamo il solito, da anni, io un Bellini e lui un Moito, altro che caffè; mentre aspettiamo l’arrivo dei drink, mi guarda negli occhi, appoggia una sua mano sulla mia gamba e mi dice: <Sai oggi sono 11 anni che ci conosciamo…>. Il mio cuore si ferma di nuovo, come fa a ricordarlo? pensavo che io non fossi cosi importante per lui, abbasso lo sguardo e sorridendo dico che lo so bene, ero solo una ragazzina quando lo conobbi, quando mi prese per la prima volta, quando mi “mangiò” per la prima volta. Per fortuna arriva il cameriere a interrompere quel momento estremamente imbarazzante, quei pensieri estremamente imbarazzanti, almeno per me..Non riesco a capire, non l’ho mai capito, perchè fra noi ci sia questa intesa sessuale così forte, eppure sono stata con altri uomini, ma solo lui, chissà cosa mi ha fatto, magari mi ha stregata o ha fatto una bambola wodoo del sesso su di me. Beviamo i nostri drink, parlando del più e del meno: dove sono stata io, dov’è stato lui, cosa abbiamo visto, fatto ecc., li mi rilasso e mi calmo, allontanando quei pensieri poco limpidi, che lui riesce a stamparmi in mente. Ad un tratto si alza e mi dice che va a pagare, che vuole fare due passi. Ecco che torna quella sensazione strana nello stomaco, saranno le farfalle o e il Bellini che ho appena bevuto?! Mi infilo la giacca e lo aspetto vicino all’uscita. Arriva, andiamo vicino la macchina e si appoggia alla Fonzie di Happy Days, sul cofano davanti, braccia conserte e quel sorrisetto da faccia di schiaffi. Mi avvicino e cerco un limite di distanza di sicurezza, gli sorrido chiedendo:<Non volevi fare due passi?> e lui mi risponde:<si, certo, dopo, vai di fretta?>. “Vado di fretta?? No, cioè si!!! Non dovrei proprio essere qui, non doveva esserci questo incontro! Ora gli dico che devo tornare a casa!”, inarco le sopracciglia, lo guardo negli occhi e rispondo :<nono, nessuna fretta>. Cazzo, perchè penso una cosa e la mia bocca ne dice un’altra?! Possibile che non riesce MAI a dirgli di no! Mi sorride e mi prende le mani e mi tira a se, mi appoggia una sua mano fra i capelli e una sul fianco e mi abbraccia, infilando il suo naso fra i miei capelli. Divento rossa come un peperone e il mio cuore parte a mille, mentre nello stomaco le farfalle stanno facendo a pugni col Bellini, è l’unica spiegazione che ho, per descrivere questa strana morsa che ho dentro. <Il tuo profumo, come dimenticarlo.> mi dice, mentre respira fra i miei capelli, scendendo sul collo e iniziando a darmi dei piccoli bacetti a fior di pelle. Il mio respiro accellera e chiudo gli occhi, mi sento svenire, “non puoi cedere a lui, cosi!!!!!!” mi urla la mia mente. Apro gli occhi e mi allontano di scatto da quella presa e dico:<cosa stai facendo?lo sai che mi fai venire i brividi>; “CAZZO MA COSA DICO?”. Mi sorride e mi dice:<lo so, è il tuo punto debole quello, volevo solo vedere se ti fa sempre lo stesso effetto. Dai andiamo in auto, andiamo a far due passi nel parco ti va?>, annuisco e salgo in auto. Ma cosa vuole da me?? “sapere se ti fa sempre lo stesso effetto”, mi risuona nella mente la sua frase, “certo che mi fa sempre lo stesso effetto, tu mi fai sempre lo stesso effetto.” penso diventando rossa e mordendomi il labbro, giro la testa e guardo fuori dal finestrino. Silenzio stampa in auto, io non so cosa dire e lui chissà cosa sta pensando. Anche se glielo chiedessi non mi risponderebbe o comunque s’inventerebbe qualcosa o cambierebbe discorso, lo conosco troppo bene, non mi ha mai permesso di entrare nella sua testa e sempre stato un enigma per me. Arriviamo al parco, camminiamo per un pò in silenzio o ridendo e scherzando sui vari soggetti che incrociamo. Arriviamo sul ponte che sovrasta il parco, con sotto un carinissimo laghetto artificiale, si appoggia al muretto del ponte e mi cinge i fianchi con le mani tirandomi a se, mi guarda negli occhi e il mio cuore smette di nuovo di battere, mi arriva in gola e penso che le farfalle si siano allenate col Bellini per prendermi a pugni dall’interno. Non distoglie i suoi occhi dai miei e mi dice che gli sono mancata e si avvicina al mio viso, penso che vorrà baciarmi, la mia mente si ribella al pensiero, urlandomi di divincolarmi e scappare il più lontano possibile, mentre il mio io interiore non aspettava altro. Sono combattuta e non so come reagire, sono i secondi più lunghi della mia vita, sono paralizzata, stringo gli occhi e mi sento mordere la guancia. Li riapro e spalanco la bocca stupita e rossissima in viso, toccandomi una guancia gli dico:<ma cosa fai? ahi!>. Lui scoppia a ridere e mi dice:< Volevo troppo darti un morso, poi te lo meriti, hai fatto la cattiva!>. Continuo a guardarlo stupita “Ho fatto la cattiva? Cheeee!? Ma di cosa sta parlando?Quando, dove e come avrei fatto la cattiva?”, gli dico che non è vero che non ho fatto “la cattiva” e che non capisco il senso di quel morso, facendo la parte dell’offesa e dell’arrabbiata. Lui ride ancora e mi dice:<ok ti do un bacio allora, per farmi perdonare del morso.> Un bacioooooooooooooooo “oddio l’ha detto, adesso mi bacia. Forza di qualcosa, digli “NO GRAZIE!”, la mia mente continua a urlare “NO GRAZIE!”, ma la mia bocca non muove un muscolo, non si apre e non esce una nota, riesco solo a fissarlo paralizzata. Lui si avvicina e mi da un bacio sulla guancia dolorante, dove prima mi aveva dato un morso. Mi sento svenire, ma quando sono scema?! “Credevi davvero che ti baciasse?” beffeggia la mia mente. Sospiro e sorrido dandogli dello scemo, abbasso gli occhi e i capelli mi scivolano sul viso, lui alza una mano, prende la ciocca ribelle e la posiziona dietro il mio orecchio, costringendomi a perdermi di nuovo nei suoi occhi, il mio respiro si ferma, questa scena l’ho già vissuta. Undici anni prima, la prima volta che lui mi ha sfiorato e stato nell’autobus che ci portava a scuola, quando i miei capelli, ribelli come sempre, mi scivolarono davanti al viso e lui me li spostò dietro l’orecchio con un fare gentile e dolce e dalla mia bocca uscì un timido “Grazie!”. <Grazie>, quella parola mi esce anche adesso, nello stesso modo timido della prima volta, gli sorrido e lui ricambia, avvicinandosi a me, mi stampa un altro bacio sulla guancia, questa volta vicino all’angolo della mia bocca. Il mio cuore salta un battito, vorrei baciarlo, far scivolare la mia mano fra i suoi capelli; ma ho paura, paura di toccarlo, di ricadere in quel vortice dalla quale con fatica ne sono uscita o almeno credo di esserne uscita. Resto immobile e forse questo gli fa pensare che io sia consenziente, così riavvicina il suo viso al mio e mi bacia sulle labbra. Non riesco a resistere e rispondo al bacio. Mi stringe fra le sue braccia e il suo bacio diventa più intenso, le nostre lingue s’incontrano e s’incrociano, giocando insieme, come se non avessero mai smesso di farlo, come se sapessero da sempre come muoversi e incrociarsi l’un l’altra. Le mie braccia sono lungo i fianchi, vorrei alzare una mano e toccarlo, ma ho paura di rompe quel momento, di rompere lui, di devastare me. Prima che potessi fare qualsiasi cosa, il bacio termina. Non riesco a guardarlo, perchè ha infilato il viso fra i miei capelli e continua a tenermi stretta. Il mio respiro e più forte e tornando sulla terra, sento una leggera sporgenza spingere contro la mia pancia, “Oddio la sua erezione! Mi vuole, gli faccio ancora questo effetto?!”, non ho mai smesso di eccitarlo in tutti questi anni e la cosa mi rende orgogliosa, ma poi la mia mente infame, mi ricorda che io sono una donna e lui un uomo, tutti gli uomini hanno un’erezione con una donna attraente o che li stuzzica e lui potrebbe averla con chiunque in quel momento, che ci sia io al posto di un’altra è relativo. Lui avrebbe la stessa reazione anche se non ci fossi io li.
CONTINUA….